
Viviamo l’epoca dell’istantaneità. Se passano 20 secondi mentre stiamo facendo un’operazione digitale ci sembra sia passata un’eternità. E andiamo di corsa, spesso siamo indaffarati, facciamo più cose insieme, insomma per molte persone la vita è in velocità e la parola d’ordine è “subito”.
Velocità che diventa terreno di gioco facile per hacker e truffatori, che sono lì, pronti ad aspettare che abbassiamo la guardia per infilarsi nelle nostre tasche, direttamente o indirettamente.
La premessa è d’obbligo, poiché dal 9 ottobre prossimo, prendono via le nuove regole sui bonifici istantanei, proprio per rendere tale modalità di pagamento immediata e accessibile a tutti, migliorandone l’aspetto legato alla sicurezza.
Ricordo che dal 9 gennaio 2025 era stato imposto l’obbligo a tutti gli istituti di credito, e a Poste italiane, di rendere uguale il prezzo del servizio dei bonifici istantanei a quello dei bonifici ordinari; adesso scatterà l’obbligo per tutti gli intermediari di controllare le credenziali e l’iban di chi deve ricevere il bonifico, prima che parta l’ordine di pagamento. L’obiettivo è evitare di commettere errori nell’inviare soldi con uno strumento che, per assolvere all’istantaneità, prevede l’irrevocabilità del trasferimento di denaro. Infatti, il bonifico istantaneo, una volta disposto, non ritornerà indietro: se dall’altra parte c’è un truffatore, con un click farà scomparire i soldi, non lasciandone traccia.
Se da un lato, dunque, gli intermediari dovranno garantire a ogni utente, in maniera indistinta e con equità sul prezzo il servizio dei bonifici istantanei, dall’altro, grazie alle nuove norme, potranno controllare la veridicità del beneficiario, attraverso la corrispondenza dei dati inseriti nella transazione con quelli dell’archivio del prestatore di servizi di pagamento (PSP), e comunicare l’esito positivo o negativo al cliente, che potrà, in ogni caso, portare a termine il pagamento. Quando, però, nominativo e iban inseriti sono diversi, l’intermediario verrà esonerato dalla responsabilità della transazione errata.
Errori facili da commettere quando si digitano velocemente i dati o se si è stati soggetti alla “truffa della fattura”, alla “truffa del capo” o alla “truffa del supporto tecnico”. Nel primo caso, fingendosifornitori di servizi energetici, i truffatori chiedono, via telefono o in e-mail, all’azienda, di modificare le coordinate bancarie per il pagamento delle fatture. Addirittura, potrebbero fornirefatture con nuove coordinate. Nel caso, invece, della “truffa del capo”, si fingono dirigenti e chiedono trasferimenti “urgenti” di denaro al reparto contabilità dell’azienda. Infine, nella “truffa del supporto tecnico” si fingono tecnici, e con la scusa di risolvere malfunzionamenti su un dispositivo aziendale, convincono il malcapitato a installare un software per il controllo a distanza. A quel punto, una volta entrati nel sistema, rubare dati o installare malware, è un attimo.
In ognuna di queste truffe, la velocità, l’urgenza, sono le trappole in cui diventa facile cadere, senza andare in verifica, per risolvere il problema.
Nel secondo semestre del 2024 il valore dei bonifici fraudolenti (esclusi quelli eseguiti allo sportello) inviati tramite PSP italiani ammonta a circa 65,5 milioni di euro. Un dato in aumento del +61% su base annua secondo il Rapporto sulle operazioni di pagamento fraudolente di Bankitalia: circa 25.600 bonifici fraudolenti.
L’innovazione e la tecnologia possono davvero renderci la vita più facile, ma, attenzione a non dimenticare mai che la verifica è un’arma sostanziale che abbiamo per non commettere errori che si traducono in danni patrimoniali.
Quando di mezzo c’è il denaro fermiamoci e dedichiamo tutto il tempo e l’attenzione necessari.
Maria Luisa Visione