Lo ha ammesso candidamente Christine Lagarde che la BCE non può finire i soldi, e tantomeno fallire.
Qualsiasi necessità di liquidità della BCE può essere soddisfatta senza mettere a rischio il sistema, in quanto la BCE è unico emittente di moneta euro.
Notizia ribattuta come grande ammissione a seguito della proposta di cancellare, di conseguenza, il debito pubblico degli Stati contratto a seguito della pandemia.
In realtà, che le banche centrali non possono fallire, non è affatto una novità, visto che è dal 1971, con l’eliminazione della convertibilità del dollaro in oro, che le banche centrali non hanno limiti finanziari all’emissione monetaria. Quindi, il punto di domanda da sollevare, per come la vedo io, è: “Perché ci avete ripetuto per anni che il debito pubblico è un problema?”. Le conseguenze di questa politica sono state un arretramento significativo dello stato sociale; tagli alla sanità; dismissione del patrimonio pubblico; mancanza di risorse per la tutela del patrimonio idrogeologico, artistico e culturale, politiche di austerità, disoccupazione alle stelle, aumento della povertà e del disagio sociale. Nonostante, venisse dimostrato dai fatti che, in caso di rallentamento e recessione economica, proprio le politiche di austerità ampliassero gli effetti economici negativi per le persone e per la società.
Politiche attuate a gran voce in virtù di un ipotetico 3% di deficit sul PIL e del rispetto del Fiscal Compact. Lo ribadisco, il famoso 3% è frutto di nessun fondamento scientifico: è solo un numero casuale che l’ideatore, Guy Abeille trovò per mettere d’accordo l’attività del governo francese e le richieste di spesa dei ministri, che, altrimenti, di fronte alle promesse elettorali non avrebbero avuto freni.
L’altro aspetto dibattuto davanti alle dichiarazioni della Governatrice riguarda la cancellazione del debito, per la quale la sua risposta è semplice: non è prevista questa possibilità dai Trattati Europei, quindi non si può fare. Ma questa risposta è politica. Mi sembra che i Paesi Europei si riuniscano per implementare le normative europee. Quindi, perché non è possibile riunirsi per trovare l’accordo, che ricordo deve essere di tutti i Paesi indistintamente, per modificare i Trattati e inserire la cancellazione del debito in caso di pandemia o eventi straordinari? Perché non c’è volontà politica.
Ah già possiamo ricorrere al MES o al Recovery Fund, indebitandoci in modo indiretto, pagando eventualmente penali, dopo, se non teniamo fede ai vincoli di bilancio. Insomma, in questa camicia di forza, ci siamo entrati per volontà politica. Di fatto i vincoli di bilancio europei previsti dai Trattati hanno portato a non avere posti letto sufficienti e sufficienti terapie intensive e a una crisi economica profonda che andava avanti da anni.
Per rimanere in tema, se la BCE è il creditore, qual è il problema? Per sostenere l’euro non c’è stato, pensiamo al Quantitative Easing.
Perché oggi dovrebbe essere un problema, se la BCE non può fallire, sostenere cittadini, imprese, lavoratori ed economia reale, ed evitare fallimenti e ulteriore disoccupazione?
Perché manca la volontà politica?
Maria Luisa Visione