Definire e gestire con chiarezza i processi di educazione e pianificazione finanziaria conduce all’esito centrale di unire indissolubilmente i bisogni di vita delle persone al welfare. Assistiamo con continuità all’emanazione di regole e norme che rilanciano il tema della protezione del consumatore, evidenziando un leitmotiv senza scadenza: creare trasparenza per costruire fiducia nel sistema e restituire utilità all’utente.
Tema non più rimandabile, dato che i processi incidono sui comportamenti. Se da una parte ci sono i cittadini e le istituzioni, dall’altra ogni operatore di mercato gioca il ruolo di costruttore del benessere economico e finanziario. Restituire consapevolezza sull’utilità di ricevere un servizio che non agisca solo sulla capacità di auto tutelarsi, ma che regoli in modo puntuale e inequivocabile requisiti e prestazioni in tutte le fasi dell’erogazione, è un concetto ancora innovativo nella realtà economica italiana.
L’attuazione dei recenti orientamenti ESMA in coerenza con la MIFID II, per la valutazione delle persone fisiche che forniscono ai clienti consulenza in materia di investimenti, ovvero informazioni su strumenti e servizi finanziari offerti, pone in campo agli Intermediari l’obbligo di garantire e dimostrare in ogni momento, che tali soggetti siano in possesso delle conoscenze e competenze necessarie ad adempiere ai propri obblighi.
In sostanza, mentre l’attenzione generale verso le direttive europee sembra riguardare soprattutto l’argomento dei costi e degli oneri da esplicitare agli utenti, dall’OCSE al MIUR, si ribadisce l’importanza di raccogliere la sfida del miglioramento delle competenze.
A mio parere le buone pratiche indicate dalle norme tecniche di qualità, di applicazione volontaria, sono oggi uno standard minimo di riferimento per tutti gli operatori che sapranno raccogliere tale sfida. L’efficacia, non scontata, nel seguire un percorso di certificazione a norma è: nell’indipendenza del processo; nelle regole tecniche certe e standardizzate sui requisiti di qualità professionali, esperienziali e di servizio; nel sistema di tutele sugli aspetti di verifica e controllo del processo stesso.
Dato che, nel far acquisire abilità agli utenti affinché generino comportamenti virtuosi non si può pensare di saltare il passaggio dell’istruzione e della formazione, la competenza diventa funzionale all’obiettivo della consulenza, sia che si tratti di consulenza in materia di investimenti che di consulenza oggettiva, senza consigli (norma UNI 11402 sull’educazione finanziaria). Purché, però, sia comprehensive, cioè integri esigenze di budgeting, indebitamento, immobiliare, protezione, previdenza e investimento.
Maria Luisa Visione