
L’operazione di mutuo collegata prevalentemente all’acquisto casa si posiziona in media su periodi di tempo lunghi. Maggiore è il tempo, più aumentano le variabili e i cambiamenti che possono incidere sulla valutazione di un opportuno riposizionamento.
Fondamentale, in pianificazione, che la valutazione abbia avuto uno sguardo di insieme, e abbia considerato sia i fattori legati alla situazione economico-finanziaria, in termini di flussi e di stock, che gli elementi socioeconomici demografici relativi alla composizione della famiglia e agli eventi di transizione che possono generare cambiamenti nel tempo quali: la nascita di un figlio, il pensionamento anticipato, la carriera, il cambio di lavoro e/o di reddito.
Inoltre, sull’operazione, incide la soggettività che si traduce in una tolleranza al rischio finanziario delle variazioni dei tassi di interesse. La scelta del tasso fisso consegna una rata di rimborso costante, da pesare su tutta la durata del finanziamento, quantificandone l’impatto in ottica di sostenibilità.
In alternativa, la scelta del tasso variabile, in determinati momenti di mercato, può risultare più conveniente, ma restituisce volatilità; ragione che comporta la necessità di simulare le potenziali variazioni in aumento fino alla massima rata di rimborso sostenibile, onde evitare che si metta in difficoltà l’equilibrio del bilancio familiare, o, addirittura, si debbano rivedere progetti e obiettivi di vita per far fronte alle maggiori uscite.
Altro aspetto, non di minore importanza, è che l’operazione di finanziamento abbia considerato la copertura dai rischi personali, almeno quelli più importanti: premorienza e invalidità. Ciò perché la mancata protezione potrebbe agire da boomerang sulla stabilità della famiglia. Infatti, seppur la probabilità che si verifichi un evento sfavorevole inatteso risulti bassa, il conseguente danno patrimoniale potrebbe, invece, essere ingente.
Qual è lo scenario dei tassi attuali? Ci troviamo in un momento in cui la differenza tra tasso fisso e tasso variabile si è allargata. Prendiamo, ad esempio, il tasso fisso IRS su 30 anni. Alla data di fixing del 3 ottobre è pari al 2,93% (2,94% a 20 anni; 2,95% a 25 anni). In alternativa, il tasso variabile Euribor a 1 mese è pari, alla stessa data a 1,939% (2,020% a 3 mesi; 2,095% a 6 mesi). Circa un punto percentuale di differenza che impatta sulla rata.
Su una simulazione di finanziamento di 100.000 € durata 30 anni, la differenza di un punto percentuale pesa per 103 euro mensili; rapportati sulla durata non sono pochi. Ma, attenzione: il tasso variabile si muove nel tempo, anche in maniera non prevedibile, come ci insegna la storia degli ultimi quattro anni. Per questo motivo, la valutazione di convenienza nel breve periodo si alterna a quella di maggiore serenità nel non vedere salire l’importo della rata.
In ottica di convenienza, la soluzione più coerente è considerare l’operazione di finanziamento come una decisione finanziaria da monitorare con attenzione nel tempo.
In conclusione, la surroga è conveniente ed opportuna nella misura in cui non sia solo una valutazione economica, ma tenga conto anche delle preferenze soggettive e del ciclo di vita economico dei consumi e dei risparmi della famiglia.
Una buona consulenza, continuativa e sistematica, rimane sempre la migliore soluzione.
Maria Luisa Visione