
Ritorno su un argomento trattato già in diverse occasioni all’interno di questa rubrica, ovvero i continui tentativi di truffa nei confronti di risparmiatori e titolari di conto corrente.
Come già evidenziato, non c’è da fidarsi di messaggi o chiamate telefoniche, di cui il mittente sembra essere la nostra banca di riferimento o l’intermediario finanziario con cui investiamo.
Gli hacker si organizzano e costruiscono fake ad hoc, con indirizzi mittente falsi e informazioni di operazioni in corso in nome e per nostro conto, mai effettuate.
La prima reazione, istintiva ed emotiva, è quella di rispondere, aprire i link, chiamare, ma è la reazione più sbagliata da mettere in atto: è come una chiave di ingresso nei nostri account privati che vengono violati senza nemmeno rendercene conto.
Adottiamo una serie di regole fisse: 1. Mai richiamare i numeri di telefono indicati in messaggi e in e-mail che sono per noi sconosciuti; 2. Mai cliccare su link di messaggi o e-mail ricevute che non possiamo verificare: se arriva una chiamata da un numero con un prefisso locale che ci sembra quello della nostra banca di riferimento, non rispondiamo subito, ma controlliamo prima che la provenienza sia veritiera rivolgendoci al nostro interlocutore di riferimento. E se rispondiamo non crediamo a quanto ci viene detto, chiudiamo la telefonata e verifichiamo.
Non crediamo a messaggi del tipo: “autorizzato pagamento di euro x a favore di società y, per info e blocco chiamare il supporto al numero di telefono”, piuttosto che “richiesta di addebito di euro z, blocco al numero di telefono (o al link)”. Ribadisco, anche se sembrano veri la probabilità che non lo sono con la tecnologia di oggi, compreso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, è altissima.
Rimanendo in tema, c’è notizia di nuovi abusi nel mondo delle valute virtuali da parte della Consob che per la prima volta ha applicato il nuovo regolamento europeo di settore per le cripto-attività, bloccando due operatori il 13 febbraio scorso.
Sempre da parte della Consob proseguono anche gli interventi di contrasto all’abusivismo finanziario che fa leva sulla notorietà di personaggi di primo piano del mondo istituzionale o imprenditoriale. Siti che diffondono nel web la pubblicità di servizi finanziari abusivi, richiamando impropriamente marchi e personaggi notori.
Restiamo vigili e attenti rispetto alle nostre informazioni e credenziali personali, attivando tutti i sistemi di controllo e di alert oggi consentiti nell’utilizzo di carte bancomat, prepagate, carte di credito e dei servizi di home banking. Custodiamo con cura i nostri accessi ai siti on line, strumenti di pagamento e PIN. Possiamo tutelarci, alzando la nostra soglia di attenzione.
Inoltre, avvisiamo le autorità competenti, ovvero forze dell’ordine e guardia di finanza. La nostra segnalazione può essere utile anche agli altri.
Viviamo a volte correndo, concitati, con il tempo che ci sfugge di mano, ed è un terreno produttivo per chi dell’illegalità e della buona fede ne fa un mestiere proficuo.
Ricordo che sale a 1226 il numero dei siti bloccati dalla Consob a partire da quando, nel luglio 2019, l’Autorità è stata dotata del potere di ordinare l’oscuramento dei siti web degli intermediari finanziari abusivi.
I provvedimenti sono consultabili sul sito www.consob.it.
Anche la Banca d’Italia pubblica sul sito istituzionale la notizia di alcuni tentativi di truffa con l’utilizzo indebito del proprio nome e logo, come richieste di denaro per ottenere lo sblocco di somme precedentemente investite. Addirittura, richieste di somme per liberare giornalisti rapiti all’estero con la promessa di una restituzione da parte della Banca d’Italia.
In sintesi: mai fornire informazioni e rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Nessuna istituzione e nessun intermediario bancario o finanziario ci chiederà mai le nostre credenziali personali o di comunicare per telefono i messaggi ricevuti sui dispositivi cellulari per operare.
Occhi aperti, verifichiamo e rivolgiamoci al nostro interlocutore di fiducia.
Maria Luisa Visione