Introdurre l’educazione finanziaria nelle scuole per orientare le persone il prima possibile alla conoscenza finanziaria è un tema sul quale l’OCSE fornisce da tempo, attraverso l’INFE, linee guida utili e specifiche. L’International Network on Financial Education è un pool di rappresentanti di 138 istituzioni, provenienti da 68 paesi membri, che si incontrano due volte l’anno per monitorare lo sviluppo dei programmi di educazione finanziaria nelle scuole e valutare le capacità finanziarie a livello internazionale.
Nella ricezione di tale metodo comparativo, il Programme for international student assessment (PISA), valuta su scala mondiale le performance degli studenti di 15 anni in diverse materie e rappresenta un test reale sui giovani anche per lo sviluppo di strategie di educazione finanziaria.
Nella sesta edizione, PISA 2015, oltre al focus sulle capacità di tradurre conoscenze e abilità scientifiche in gestione reale della vita quotidiana, risalta la partecipazione dell’Italia all’opzione internazionale sulla Financial Literacy, con prove dedicate all’attitudine di trasformare competenze finanziarie in scelte economiche. Risultati in ambito finanziario non ancora disponibili, a differenza di quelli in scienze, lettura e matematica, che posizionano i nostri studenti al 35esimo posto, su 70, con differenze di genere, nonostante i progressi importanti raggiunti dai Paesi dell’OCSE nell’ultimo secolo sulla riduzione e sul riassorbimento del gender gap.
In generale, i ragazzi rispetto alle ragazze hanno maggiore probabilità di non riuscire ad ottenere risultati sufficienti nelle tre discipline base, anche se le ragazze arretrano quando devono “pensare come uno scienziato” per risolvere i problemi. Ciò deriva dal fatto che dedicano più tempo ai compiti a casa e alla lettura, loro cavallo di battaglia, rispetto ai ragazzi, giocatori virtuosi di videogame. Da non sottovalutare la fiducia in sé stessi: i ragazzi vincono nell’elaborazione di formulazioni matematiche e nell’applicazione delle conoscenze scientifiche perché credono maggiormente nelle loro attitudini.
Di fatto non esistono diversità congenite nelle capacità individuali, ma condizionamenti culturali. Tanto che è pensiero comune per i genitori di tutti i Paesi coinvolti credere che saranno soprattutto i figli maschi i protagonisti del futuro in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico o della matematica. Preconcetti che ancora influenzano la realizzazione di uomini e donne nel mondo del lavoro.
E per l’educazione finanziaria si confermerà la presenza di un divario di genere negli studenti? Vedremo. Attualmente molte ricerche mettono in risalto che le donne si distinguono nella gestione del denaro.
Maria Luisa Visione