Una rivoluzione in atto che impone di chiederci quanto i risparmiatori e tutti gli attori presenti sul mercato siano pronti. Perché MIFID 2 è solo l’alba di un cambiamento del quale non conosciamo le reali tempistiche, né gli esiti.
Senza dubbio, l’Educazione Finanziaria verso l’applicazione della direttiva europea ha valenza di strumento utile a sviluppare la cultura finanziaria. Dobbiamo, però, fare un passo indietro e distinguere almeno due concetti legati alla capacità del risparmiatore di comprendere, applicare le conoscenze finanziarie e partecipare consapevolmente alla vita economica. Evidenziare il confine esistente tra financial literacy (alfabetizzazione) e financial capability (capacità) che differenzia le informazioni finanziarie di base dallo sviluppo di abilità e attitudini. Va ricordato che l’Educazione Finanziaria è un processo, ovvero uno sviluppo successivo, un avanzamento, un progresso verso la finalità di migliorare il benessere finanziario, che sviluppa l’attitudine a saper scegliere in campo economico, assicurativo e finanziario. Anche la scelta del consulente di riferimento in tema di Educazione Finanziaria è una scelta consapevole; il punto è che, una scelta, per essere consapevole ha bisogno di un percorso che parte dalla conoscenza e dall’apprendimento, passa per l’applicazione e arriva alla definizione di specifici parametri.
Un processo, però, ha bisogno di tempo, tempo che non c’è. Tanto che la norma interviene prima, ex-ante, della scelta, per impedire la presenza di strumenti finanziari inadeguati nei portafogli dei clienti e taglia la testa al toro.
Ma oggi, il risparmiatore italiano, in media, è in grado di comprendere le nuove domande necessarie per rilevare la sua attitudine al rischio, al fine di ricevere una valutazione di adeguatezza dinamica e aggiornata, passaggio essenziale per la sua tutela? Studi e statistiche ci posizionano in fondo alla classifica in tema di cultura finanziaria.
Quindi, l’opportunità vera, che non possiamo lasciarci sfuggire con la MIFID 2, è proprio utilizzare l’Educazione Finanziaria come strumento. Non potrà essere l’azione singola a fare la differenza, perché la cultura finanziaria è un processo e riguarda un sistema. Sarà l’azione di rete a fare davvero la differenza.
Se dovessimo realizzare un’eguaglianza contabile l’evoluzione sarebbe: Educazione = Pianificazione = Consulenza.
Perché non è capire quanto i costi incidono sulla redditività che fa scegliere un consulente finanziario, ma la proposizione di valore che quella consulenza ha apportato nella evidenziazione e realizzazione di bisogni sempre più evoluti nel ciclo economico individuale e familiare.
Il primo strumento di tutela del risparmiatore è la sua cultura finanziaria, fondamentale per la sua consapevolezza. Non dimentichiamolo.