Regolamentare l’educazione finanziaria ha l’esigenza di tutelare l’utente, disciplinando comportamenti e responsabilità delle parti coinvolte, nell’ottica di favorire l’evoluzione del processo di autoconsapevolezza del risparmiatore, senza però derogare agli obblighi degli intermediari.
Nel 2008 approda al Senato il DDL n. 1288 Disposizioni in materia di educazione finanziaria che, riferendosi alla ricerca della Società Evers-Jung per conto della Commissione europea, evidenzia il ritardo dell’Italia nell’adottare programmi mirati e la nostra scarsa conoscenza rispetto al mondo del credito e del risparmio obbligazionario. Si propone di istituire un modello di educazione finanziaria, a cui partecipino associazioni di consumatori e professionisti in possesso di conoscenze specifiche, ponendo gli oneri a carico delle società finanziarie. Proposta presente anche nel successivo DDL n. 1626 del 23 giugno 2009, insieme a quelle di: creare un Comitato per la programmazione e il coordinamento; rendere obbligatoria la materia nelle scuole primarie e secondarie; provvedere alla formazione sistematica degli insegnanti da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Così nel 2009 i DDL proliferano: n. 1477 del 24 marzo; n. 1593 del 27 maggio; n. 1796 del 30 settembre. Occorreva favorire programmi di educazione finanziaria in risposta ai rischi del mercato connessi alla mancanza di competenza e consapevolezza dell’utente. A dicembre 2013 con il DDL n. 1196 Norme per l’educazione alla cittadinanza economica si fa spazio un’intuizione innovativa: il cittadino agendo sull’economia contribuisce al benessere individuale e sociale. Di conseguenza, accrescere le sue conoscenze, capacità e competenze all’interno dell’ambiente economico in cui opera crea benessere.
Bisognerà però aspettare fine luglio 2016, data in cui la proposta Bernardo su la comunicazione e la diffusione delle competenze di base necessarie per la gestione del risparmio privato ha ricevuto l’approvazione dalla Commissione Finanze della Camera. In realtà, già dal 2011 la norma tecnica UNI 11402 aveva definito in modo puntuale i requisiti per la progettazione, la realizzazione, l’erogazione e la valutazione dell’attività di educazione finanziaria e per i soggetti erogatori del servizio.
La regolamentazione, da sola, non può garantire la protezione dell’utente. Accrescerne la consapevolezza lo autotutela, ma poi tutti i soggetti pubblici e privati, agendo in rete, possono fare la differenza.
Maria Luisa Visione