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Settembre 17, 2025

Quanto costano davvero le pensioni delle future generazioni?

Maria Luisa Visione
martedì, 16 Settembre 2025 / Published in Uncategorized

Quanto costano davvero le pensioni delle future generazioni?

Ispirata dall’articolo targato Il Sole 24 ore Plus di sabato scorso “Previdenza. La spinta gentile per la pensione dei giovani”, ritorno su un tema che da diversi anni tratto: vedere nella previdenza privata una forma di passaggio generazionale della ricchezza a favore delle nuove generazioni.

Che la fiducia nel sistema pensionistico sia minata lo dimostrano le ancora limitate adesioni alla previdenza complementare, che fatica a essere compresa come un salvadanaio necessario per le generazioni Z e Alpha. Salvadanaio da aprire appena si nasce, dal mio punto di vista, con la convinzione che la sua destinazione è la serenità futura dell’intero nucleo familiare.

Come riporta Il Sole 24 Ore Plus, il Governo tedesco ha proposto di accantonare, da gennaio 2026,10 euro al mese per ogni bambino residente in Germania in età compresa da 6 a 18 anni. Una cifra non importante, eppure ritenuta significativa per dare un segnale che cambiare le cose passa da gesti concreti. In base alle simulazioni riportate nell’articolo citato, lo Stato italiano potrebbe seguire l’idea, accantonando la stessa cifra dalla nascita dei bambini fino ai 18 anni. La strategia è quella di quantificare i costi complessivi e lasciare poi i capitali a maturare fino all’età dei pensionati non più bambini. Investendo 10 euro al mese sul mercato azionario si investirebbero 2.160 € per ogni bambino (In Italia ne nascono circa 330.000 all’anno).  

I numeri, considerando anche l’inflazione potenziale, non portano a un risultato soddisfacente: 700 milioni di euro di costi per lo Stato ogni anno e poco più di 37mila euro lordi nominali in pensione per ogni destinatario (senza calcolare l’effetto inflattivo), con l’ipotesi di rendimento annuo netto del 4,4% (in linea con i ritorni passati dei fondi pensione chiusi). Anche aumentando il rendimento il risultato non cambia, a causa dell’effetto importante dell’attualizzazione del denaro al valore reale.

Tuttavia, il risultato si modifica e diventa soddisfacente, aumentando l’importo a 100 euro al mese; con 21.600 € versati si maturerebbe un capitale di 35.000 € all’età di 18 anni. Lasciati nei successivi 50 anni si costruirebbe un montante significativo di 370mila euro lordi, e allora anche l’effetto inflattivo impatterebbe in maniera minore (Fonte simulazioni: Dedalo Invest).

Conteggi e riflessioni che da sempre porto all’attenzione nella consulenza, evidenziando quanto sottovalutiamo il valore del tempo e il fatto che non utilizzarlo costa di più che farlo. È significativo come emerga il ruolo giocato oggi dalle famiglie nell’accompagnare figli e nipoti alla realizzazione professionale, ma, soprattutto, quanto la realtà odierna abbia cambiato i paradigmi della tutela della ricchezza. 

Il bisogno di avere un tenore di vita che consenta di gestire entrate e uscite in maniera serena prevale come bisogno del futuro per le nuove generazioni. Rispetto al passato, avere immobili diventa relativo se non si riescono a sostenere i costi per manutentarli e conservarne l’attrattività.

La previdenza complementare diventa un salvadanaio utile che consente di avere più opzioni di scelta: dall’anticipare l’uscita dal lavoro attraverso la RITA a far fronte ad esigenze di spesa in periodi di crisi e di interruzioni di lavoro, fenomeni all’ordine del giorno per i giovani.

Considerazioni che aprono a ripensarne l’utilità anche per lo Stato. La proposta tedesca non sembra certo risolvere il problema, ma apre a ripensare i benefici fiscali e gli importi che si possono destinare alla previdenza complementare, con incentivi maggiori per i risparmiatori. Anticipare l’impatto di costi futuri significativi destinando cifre accessibili nel presente è un’idea valida.

Ma richiede un cambio di mentalità. Disancorandosi da un mondo di baby pensioni che non è l’attuale realtà e dal concetto che ci penserà comunque lo Stato. Lo stato ci penserà, ma in parte.

Il resto del cammino lo facciamo noi.

Maria Luisa Visione

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